Cari yogin, questa mattina sono qui con voi per condividere una riflessione che mi è venuta mentre leggevo un libro di Gabriella Cella di 30 anni fa. Ho notato come nell’Hatha Yoga, una disciplina che unisce corpo, mente e spirito, abbiamo perso gran parte del valore simbolico che la caratterizza. L’Hatha Yoga non è solo un insieme di movimenti, ma una pratica profonda che armonizza le energie solari e lunari, invitandoci a esplorare la nostra interiorità.
Gli antichi yogin, attraverso l’osservazione della natura, hanno creato posizioni simboliche che ci permettono di interiorizzare le qualità degli elementi che ci circondano. Pensate a come assumere la postura di un albero ci radica a terra, o come imitare un serpente ci invita a esplorare la nostra capacità di trasformazione. Purtroppo, oggi molti di noi, come insegnanti, non poniamo l’attenzione su questa simbologia, e ciò porta a una percezione superficiale della nostra pratica. Viviamo in una società di sovrastrutture, dove il serpente, spesso frainteso e temuto, perde il suo significato profondo. Questo mi rattrista, perché come insegnante di Hatha Yoga sento il dovere di recuperare questi simboli.
Quando insegno Yoga Tantrico Sciamanico, trascendo la dualità mentale e offro l’opportunità di sperimentare il serpente che striscia e cambia pelle. Questo movimento non è solo fisico; è un invito a riprogrammare la nostra interiorità a livello cellulare.
In questo contesto, lo yoga può realmente generare una nuova “memoria cellulare”. Stimola la neuroplasticità e la neurogenesi, migliorando la salute cerebrale e favorendo cambiamenti sia fisici che psicologici. La pratica aumenta la materia grigia nelle aree legate alla memoria, alla coscienza di sé e all’apprendimento, riducendo al contempo stress e ansia. È un processo di “riprogrammazione” che ci aiuta a “ricablare” il cervello, attivando nuovi schemi di pensiero e comportamentali.
Concludo questa riflessione con un messaggio che porto nel cuore: riprendiamoci i simboli della tradizione yogica antica, dando il giusto spazio alla forma del corpo. Le asana, se non sono supportate dalla loro storia e da altre tecniche fondamentali del cammino spirituale dello yogin, rimangono solo il terzo gradino degli 8 Anga dello Yoga degli Yoga Sutra.